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Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione



18-02-2012
       Avevamo tanto sperato che l'oltraggio al Volto di Dio si fosse fermato a Milano, ma l'odio contro Dio pare inarrestabile e la blasfemia replica nei pressi di Bologna
.
       Qui però registriamo con piacere la ferma quanto dura reazione del Card. Caffarra, Arcivescovo di Bologna. Niente d'aggiungere a quanto detto dal bravo Cardinale, ma facciamo solo una breve riflessione:
       
se, quando venne annunciata la rappresentazione milanese, tutta la Chiesa d'Italia fosse insorta...
       di più:
se, quando venne annunciata la prima rappresentazione in Francia, tutta la Chiesa, con in testa il Papa, fosse insorta,
      
 oggi non staremmo a contestare quella di Bologna e domani, forse, quella di un'altra sfortunata città.
Miserere nostri, Domine, miserere nostri!


Lo sdegno del Card. Caffarra:
Lo spettacolo di Castellucci è blasfemo e sacrilego

Comunicato Stampa del 16-02-2012


In relazione allo spettacolo "sul concetto di volto nel figlio di Dio" offensivo della Persona del Cristo e del sentimento religioso dei fedeli cattolici, di prossima programmazione a Casalecchio di Reno, il Cardinale Arcivescovo comunica:

Dall’insulto alla sua Madre, rivoltole nella nostra città alcuni anni or sono, si passerà ora ad una rappresentazione teatrale obiettivamente blasfema nei confronti di Gesù e del suo Volto Santo.


Siamo sdegnati e addolorati, come cittadini e come credenti. Come cittadini nel vedere che l’esercizio della libertà espressiva non conosce più neppure i limiti del rispetto dell’altro. Come credenti nel vedere inserito il Volto Santo –il quale gli angeli desiderano guardare– in uno spettacolo indegno, offensivo, e obiettivamente blasfemo e sacrilego. Sacrilegio è anche trattare indegnamente i simboli sacri, così come la bestemmia si estende anche alle sante immagini.


Vengono a mente le parole della Scrittura: «poiché hanno odiato la sapienza e non hanno amato il timore del Signore […] mangeranno il frutto della loro condotta e si sazieranno dei risultati delle loro decisioni» [Pr 1,29.31].


Dio continui ad usarci misericordia, anche quando giungiamo perfino al disprezzo del dono più grande che ci ha fatto: il suo Figlio unigenito.


«Uomo dei dolori, davanti a cui ci si copre la faccia» [Is 53,3]. Cristo è sceso nelle più amare pieghe dell’umana angoscia; Dio ha voluto sperimentare il nostro duro mestiere di vivere. Ma per donarci speranza, per riportarci alla nostra primigenia verità e splendore. Vederlo disprezzato in questa sua sofferta bellezza, è spegnere ogni speranza.


“Volto santo di Cristo, luce che rischiara le tenebre del dubbio e della tristezza, vita che ha sconfitto per sempre il potere del male e della morte … rendici pellegrini di Dio in questo mondo, assetati di infinito” [Benedetto XVI].


Sono sicuro che i buoni fedeli di Casalecchio in unione coi loro pastori sapranno reagire in modo fermo e composto.


Chiedo ai parroci di Casalecchio di fare, dopo la celebrazione delle sante Messe feriali di venerdì e sabato, una preghiera di riparazione, nella forma e modo che riterranno più opportuno. Non escludano eventualmente la celebrazione della S. Messa «per la remissione dei peccati». E che Dio abbia pietà di noi!

Bologna, 16 febbraio 2012

+ Carlo Card. Caffarra

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30-01-2012
Con piacere riceviamo e pubblichiamo il Comunicato-Stampa del Comitato San Carlo Borromeo
.


LA SERATA deludente per la stampa laicale
COMUNICATO STAMPA 30-01-2012
del Comitato S. Carlo Borromeo


«Eran trecento, eran giovani e forti...»

Fortunatamente, le analogie con la poesia di Luigi Mercantini finiscono qui: i partecipanti alla manifestazione organizzata dal Comitato san Carlo Borromeo erano trecento, erano giovani (chi più chi meno, ma questo è il bello della Tradizione), forti e determinati a far valere i diritti di Nostro Signore. Dobbiamo però scusarci, dati i tempi che corrono: non volevamo essere trecento, come gli Spartani di Leonida, e abbiamo fatto il possibile per diventare trecentouno o duecentonovantanove, ma proprio non ce l'abbiamo fatta (questo nel caso in cui qualche giornalista avesse scritto che, essendo trecento come gli Spartani, il nostro sarebbe stato un tentativo di rievocare un mondo reazionario-fascista-negaziosta-e-chi-più-ne-ha-più-ne-metta).


«...'l tacere è bello» (Dante, Inferno IV, v. 104)

Questa mattina, come ormai facciamo da un mese a questa parte, cerchiamo su Google: “Castellucci” e “Comitato san Carlo Borromeo”, per vedere cosa si dice di noi e come i media raccontano la manifestazione di ieri. Risultato? Solo un articolo de La stampa, uno – davvero onesto e sincero – di Paolo Deotto (che ringraziamo) su Riscossa cristiana [e su Salpan.org] e poco altro. Perché? La risposta la troviamo nelle parole di un giornalista – della fazione esattamente opposta alla nostra – che ieri sera ci ha detto: “si vede che qui c'è qualcosa di diverso rispetto alla manifestazione del 24 gennaio...” E cos'è questo qualcosa di diverso? L'ordine e la disciplina che caratterizzano i fedeli: nessun protagonismo e nessun fanatismo. Solo amore sincero nei confronti di Colui che è morto sulla Croce per salvarci. Colui che ha versato per molti, anche per Castellucci, quel Sangue, «di cui una sola goccia può salvare il mondo intero da ogni peccato».


Una Croce al centro e gli stendardi raffiguranti Maria Santissima e Nostro Signore, per ricordare a tutti che noi siamo semplicemente cattolici: rifiutiamo qualsiasi altra etichetta, perché la nostra unica bandiera è la Croce.


Perchè, quindi, la stampa tace? Perché si è svelata davvero la Chiesa. Come è o, meglio, come dovrebbe essere: fatta di persone ricche di Fede, di Speranza e di Carità. Non i soliti “musoni”, che la stampa presenta, ma un popolo felice. Ricco di quella felicità che si può avere solo quando si assaggia ogni giorno un pezzettino di Paradiso con la preghiera, con il Rosario e i Sacramenti. Aveva ragione Bernanos a scrivere, ne Il diario di un curato di campagna, che «il contrario di un popolo cristiano è un popolo triste».

È stata scardinata l'immagine che il mondo aveva della Chiesa e dei cattolici. Per questo oggi è calato il silenzio.


«Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede» (San Paolo)

Che dire, allora, come conclusione di questo mese di telefonate, di mail ricevute e spedite con ritmo esponenziale? Che, innanzitutto, l'amicizia in Cristo dà dei frutti che l'uomo non può nemmeno immaginare. Dà la capacità di discutere, di scontrarsi e di crescere assieme. Tutto per la maggior Gloria di Dio. Dà la possibilità di capire che le azioni, se non sono sorrette dalla preghiera e dalla meditazione, non portano da nessuna parte. Dà l'occasione di ringraziare quei sacerdoti che ci hanno aiutati e che, ogni domenica, ci offrono la possibilità – attraverso la Santa Messa – di ricevere «il pane degli Angeli, il Re dei re, il Signore dei dominanti» (San Tommaso).


Ringraziamenti

Ringraziamo le circa quaranta unità delle forze dell'ordine, che ci hanno tenuto compagnia per tutta la serata: forse si saranno annoiate a sentire centocinquanta “Ave, Maria” e tanti canti cattolici. Forse avrebbero voluto una serata più movimentata, ma – come abbiamo testimoniato – non è nel nostro “stile”.

Infine, un grazie di cuore a tutti i cattolici accorsi: che Dio ve ne renda merito! Da lassù saprà ricompensare il vostro sacrificio!

Ad majora
Comitato "San Carlo Borromeo"

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29-01-2012
A conclusione della triste vicenda milanese, riportiamo il bellissimo articolo di
Paolo Deotto (che fa il resoconto della serata del 28 a Milano) e alcune (abbiamo usato la forbice) bellissime riflessioni di Pucci Cipriani su quanto accaduto in contemporanea in altre città d'Italia. A proposito, anche a Lecce si è recitato un pubblico Rosario in riparazione e ci risulta che altrettanto (e più) è stato fatto in Sicilia e in diverse altre parti d'Italia.


28-01-2012
LA SERATA DI PREGHIERA DEL 28 GENNAIO
di Paolo Deotto

Fonte: http://www.riscossacristiana.it/


Che ne dite? Cosa spinge trecento persone, di tutte le età, a passare una serata – quasi tre ore, dalle 19 fin oltre le 21.30 – a prender freddo e pioggia in piazzale Libia a Milano? E tanti di loro ne hanno fatta di strada: chi viene da Bergamo, da Lecco, altri da Vicenza, o da Rimini, da Terni, e da altre città ancora. Tutti lì, in mezzo al piazzale, molti con una candelina accesa in mano, a recitare il Rosario, guidati da alcuni sacerdoti.
Stasera gli agenti di Polizia e i Carabinieri sono pochi in confronto alla serata di martedì scorso. Nel piazzale saranno una quarantina, altrettanti vicino al Teatro. È una serata diversa anche per loro, abituati a controllare facinorosi, o a ricevere dagli stessi sputi e sassate, e a poterli contrastare o meno, a seconda della collocazione politica dei facinorosi. No, stasera sono lì a controllare centinaia di fedeli che pregano.


È una serata diversa per tutti, anche per un uomo triste e superbo, che pretende di contrabbandare per arte l'oltraggio a Nostro Signore Gesù Cristo, che si è fatto inchiodare in croce anche per lui. Ma quell'uomo triste e superbo non lo ricorda, almeno per ora. Si prega anche per lui, perché scenda dal suo piedistallo di sabbia e inizi a usare realmente la ragione.
Ma si prega soprattutto per riparazione a quell'offesa che, qualunque possa essere la ragione più o meno recondita che l'ha causata (e ammesso che quella ragione esista) resta sempre un'offesa inaccettabile, una bestemmia, l'oltraggio inconcepibile al Verbo incarnato, all'Amore infinito che ha salvato l'umanità dall'angoscia in cui l'umanità stessa sembra voler di continuo ricadere.


Cosa spinge trecento persone a prendere freddo e pioggia in una piazza milanese? Le spinge l'insopportabilità dell'oltraggio a quanto di più caro abbiamo nella vita, quel Volto dolcissimo in cui leggiamo la speranza della redenzione dell'uomo, quel Volto dolcissimo che dà un senso alla vita, anche al dolore, alla malattia, che darebbe un senso anche al dolore del personaggio immaginato da quell'autore e regista triste e superbo, che invece riserva al suo personaggio solo l'annichilimento nella disperazione. Inevitabile, del resto, perché come ci si salva se si rifiuta il Salvatore?
Freddo e pioggerella insistenti, ma la preghiera prosegue, e i passanti si fermano, qualcuno chiede spiegazioni, nessuno disturba, eccettuato uno, isolato, che passando di lì si sente in dovere di urlare “andate a casa”. Nessuno gli bada.


Dove sono i giornalisti che nella manifestazione di martedì scorso restarono delusi perché non accadde alcun incidente? Forse ce ne sono, ma di sicuro si nascondono bene. Cosa scriveranno domani? Chissà, magari non scriveranno proprio nulla, oppure come pappagalli diranno ancora le paroline magiche: “integralisti”, “ultrà”. Domattina, ci toglieremo la curiosità. Dove sono i professoroni e gli “intellettuali”, gli “opinionisti” che hanno dato rari esempi di onanismo mentale elucubrando su escrementi e “messaggi”, o parlando di qualche “vecchietta” che pregava? Forse ce ne sono, ma anche loro si nascondono bene.
Peccato. Avrebbe fatto bene anche a loro questa serata. Avrebbe fatto bene pregare, fa sempre bene, e avrebbero avuto giovamento anche salutando alla fine un po' dei partecipanti. Si sarebbero accorti di un fatto insolito, in questa società di immusoniti conformisti: che c'erano visi lieti, occhi vispi, sorrisi.


Mi rivolgo a due suore, molto giovani, una è negra. “Da dove venite?”. “Da Terni”. Ovvero, 425 chilometri da Milano. Quando saranno di nuovo nel loro convento, la mezzanotte sarà passata da un pezzo. Altri sono venuti da Rimini, ovvero 340 chilometri da Milano, e ora ripartono. Sorridono, con gli occhi sereni di chi sa di non esser solo.
Poco più in là, sì e no duecento metri, [al Teatro Parenti] il messaggio della disperazione, del degrado, dell'impossibilità di trarre l'uomo dalla sua miseria, viene venduto al botteghino e finanziato con quegli stessi soldi pubblici con cui si potrebbe far del bene. Ma tant'è, ci hanno detto che questa è “cultura”, e, si sa, la cultura è merce preziosa, che fa progredire l'umanità. Per arrivare dove?
Questo è stato davvero il modo migliore per concludere tutta la vergognosa vicenda di uno spettacolo teatrale. Stasera in piazzale Libia si è contrapposta la speranza e la serenità al degrado e alla disperazione. Si è contrapposta la Vita alla morte. Lo si è fatto nell'unico modo possibile, nell'unico modo realmente razionale: invocando Colui che ha dato la Vita, che ha dato la speranza, che ha insegnato l'Amore infinito, e invocando la Madonna, Madre dolcissima, esempio della vera unica genialità, quel “sì” incondizionato alla volontà di Dio, che ha salvato l'umanità.


Cosa scriveranno domani i pennivendoli e gli intellettuali a tassametro? Ma chi se ne frega!
Questa sera in piazzale Libia, trecento persone, in comunione con altre centinaia di fedeli che facevano la stessa cosa in tante Chiese in tante città italiane, hanno dato la più forte risposta alla bestemmia e alla disperazione, invocando il nome dolcissimo della Mamma di Gesù.
Faceva freddo e pioveva, ma questo non ha tolto a nessuno il calore del sorriso. Ringraziamo il Signore per questa serata, perché ci ha aiutato a fare del bene. A tutti, a noi, poveri peccatori, a quanti (troppi) sono stati alla finestra, e anche a teatranti tristi e superbi ai quali forse, Dio lo voglia, è arrivata un'eco di un Ave Maria, e ha accarezzato anche il loro cuore.


Viviamo in un'epoca sciagurata, ma questa sera abbiamo potuto toccare con mano, se per caso l'avessimo scordato, che la Salvezza esiste.

Paolo Deotto

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28-01-2012
FUNZIONI RIPARATRICI
PER L'OLTRAGGIO AL DOLCE VISO DI CRISTO

di Pucci Cipriani


“Et veniunt in praedium, cui nomen Gethsemani, et cum processisset paululum, procidit super terram et orabat (…) “Abba, Pater! Omnia tibi possibilia sunt. Transfer calicem hunc a me; sed non quod ego volo, sed quod tu”. Et venit et invenit eos dormientes. Et ait Petro: “Simon dormis? Non potuisti una hora vigilare? …”
(Mc 14, 32-37).
Gesù ha già istituito l’Eucarestia e si reca, con i discepoli, a pregare nell’orto del Getsemani.
Dopo un’ora trova gli apostoli addormentati e rivolto a Pietro: “Simone, tu dormi? Non hai saputo vegliare un’ora sola?”.


Ecco, l’altra sera, a Firenze di fronte al SS. Sacramento tanti fedeli sono stati almeno “per un’ora sola” in preghiera al cospetto del Cristo in corpo, anima e divinità, per riparare l’orrendo sacrilegio perpetrato a Milano. Il celebrante ha dato – tra nuvole d’incenso e il canto del “Cristus vincit” – la Benedizione Eucaristica, nella bella chiesa di San Gaetano in Firenze.
Anche nella Chiesa di Ognissanti, la sera alle 21, dopo il Rosario, viene celebrata la S. Messa in rito romano antico. Anche qui un’intensa atmosfera di raccoglimento e tanti, tanti fedeli che oggi non si vedono più nelle chiese…
In questa buia notte fiorentina rischiarata da una bianca falce di luna suonava la campana di Ognissanti e la gente sciamava, con il cuore ricolmo di gioia per aver potuto trascorrere, almeno “una sola ora”, con il Signore.


“Dederat autem traditor eius signum eis dicens: “Quecumque osculatus fuero, ipse est; tenete eum et ducite caute”. Et cum venisset, statim accedens ad eum ait: “Rabbi”, et osculatus est eum. At illi manus iniecerunt in eum et tenuerunt eum”
(Mc 14, 44-46).

“Sua Santità auspica che ogni mancanza di rispetto verso Dio, i Santi e i Simboli religiosi incontri la reazione ferma e composta della comunità cristiana, illuminata e guidata dai suoi pastori”.
Abbiamo visto la mobilitazione della “Comunità cristiana” (o meglio del “pusillus grex”), non abbiamo visto quella dei pastori.


***

Anche oggi nell’ora dello scempio blasfemo di questa “pièce” per coprofagi e coprofili il Santo Padre ha rimesso nei cuori del “pusillus grex” la gioia e la speranza.


“Milites autem (…) coeperunt salutare eum: “Ave, rex iudeorum” et percutiebant caput eius arundine et conspuebant … “ (Mc: 15, 16-19).
Sputano su quel volto martoriato…
A sputargli in faccia, a percuotere il volto santo, oggi non sono solo i poveri guitti dello spettacolo che forse avranno il loro attimo di “notorietà”, ma tutti coloro che hanno fatto da reggicoda ai coprofagi, coloro che, invece di condannare l’oltraggio blasfemo, hanno condannato quelli che si sono ribellati, che hanno indetto veglie riparatrici: “urlatori”, “arretrati”, “ultra”, “cattolici rimasti al Concilio di Trento” (orgogliosamente!), “ignoranti”, “non aggiornati”, siamo stati definiti, mentre i gazzettieri hanno disquisito dottamente sui pannoloni sporchi, sulle feci, sulla “piscia”, sulla “merda” …


Siamo ben lieti di aver incontrato l’ostilità del mondo, lo sapevamo di già, lo avevamo messo nel conto: “Si me persecuti sunt, et vos persequentur” (Gv. 15, 20).
Ci consolino le parole di San Gregorio Magno: “L’inimicizia degli uomini malvagi torna a lode della nostra vita, perché dimostra che abbiamo in noi almeno qualcosa di onesto dal momento che restiamo sgraditi a coloro che non amano Dio: nessuno può, nel medesimo tempo, risultare accetto a Dio e ai nemici di Dio”.

Pucci Cipriani

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25-01-2012
Ringraziamo il Dott. Francesco Colafemmina per aver realizzato il brevissimo video, che dimostra la falsità del Castellucci con le stesse parole del Castellucci.

25-01-2012
Per non dimenticare, riportiamo il video, nel quale il Prof. Roberto de Mattei dice la sua sulla blasfemia.

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22-01-2012
Oggi, a Lecce, nella chiesa di Santa Chiara una Santa Messa è stata celebrata in riparazione del programmato oltraggio a Nostro Signore Iddio Gesù Cristo.
Inizia così la doverosa reazione dei Cattolici ad una pubblica blasfemia, che si spera non venga consumata in quel di Milano.
Gli organizzatori comunicano altresì una convocazione dei fedeli per la recita di un Santo Rosario Sabato 28 Gennaio 2012 alle 17,30 nella chiesa di Santa Chiara: nello sperato caso che la blasfemica rappresentazione teatrale venga annullata, il S. Rosario sarà recitato in ringraziamento della scampata blasfemia.

                                                                                      La Redazione

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20-01-2012

       Egr. Avv. Giuliano Pisapia,
       mi permetto di scrivere a Lei, in qualità di primo cittadino di Milano, a proposito della piéce in programma al Teatro Parenti di tal Castellucci, sedicente artista.
       Io non so quale sia il suo credo.
       Se stessi scrivendo ad una persona dura e insensibile potrei dare un buon motivo terra terra per cercare di impedire un così blasfemo e tracotante "spettacolo" che disonora tutta la razza umana: nel 2005 l'uragano Katrina radeva al suolo New Orleans. Pochi mesi prima, nella festa del Mardi Gras, un Gay Pride aveva inscenato in quella città una irriverente processione che irrideva il Signore Gesù Cristo e la sua Santissima Madre.
       Deus non irridetur. Certi crimini gridano vendetta al cospetto di Dio. Chi sfida Dio è un dissennato e rovina un'intero popolo se questo non si oppone.
       Ma in questo caso mi conceda di sottoporre alla sua sensibilità altre considerazioni.
       Non ci può essere altro modo possibile di rappresentare l'adorabile Volto di Cristo che circondarLo del massimo onore.
       Pertanto quello spettacolo, seppur attenuato secondo quanto dichiarano al teatro Parenti, propone un vilipendio inaccettabile.
       Lei è probabilmente l'unica persona che ha il potere istituzionale di impedire con una giusta e doverosa ordinanza che abbia luogo quel sacrilegio intollerabile, con le motivazioni e gli articoli del C.P. che Lei riterrà più opportuni e che potrebbe Lei stesso insegnare a me.
       Potrà farlo, se non per altri sacrosanti motivi, magari per dare l'esempio affinché nelle Istituzioni non si trovino sempre i soliti Ponzi Pilati a lavarsi le mani o per quei ragazzi francesi che, per avere interrotto pacificamente il sacrilego spettacolo a Parigi, andranno sotto processo e rischiano fino a 3 anni di carcere oltre la perdita del lavoro e un'ammenda molto grossa per le loro possibilità.
       Potrà farlo perché per difendere i deboli e fare trionfare il bene nella società, prima di tutto bisogna difendere il Giusto e la sua Giustizia.
       Ma forse vorrà farlo anche in onore a sua madre Margherita che, da Cattolica, sarebbe massimamente fiera del proprio figlio.
       Quale che sia il suo motivo, nel giorno del Giudizio (che verrà per tutti, credenti e non credenti), quest'ordinanza potrebbe tornarLe utile.
       RingraziandoLa per l'attenzione voglia accogliere i miei più distinti saluti.

                                                                                Ing. Pasquale Alba

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18-01-2012

Mons. Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro, condanna lo spettacolo

Fonte: http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-quando-la-chiesa-non-pu-tacere-4201.htm

Mi pare che innanzitutto ci sia da dire che questo è un episodio miserevole dal punto di vista della espressione, non dico artistica, ma dell’espressione umana. Ed è certamente la conferma di quello che ho già detto [...] in ordine alla distruzione della statua della Madonna: il filo conduttore [...] è l’anticristianesimo.

Ormai l’ideologia dominante è quella anticristiana, quella che tende all’abolizione sistematica della presenza e dell’annunzio cristiano, sentito come una anomalia che mette in crisi questa omologazione universale operata dalla mentalità laicista, consumista, istintivista. Quindi da questo punto di vista il giudizio non può che essere inappellabilmente negativo: è un’espressione meschina di una volontà di eliminare la tradizione cristiana, in questo caso colpendo il contenuto fondamentale della fede. Colpendo l’immagine e la figura di Gesù Cristo nei confronti del quale nella scritta finale [...] apparirà il rifiuto di essere figli di Dio. [...]
Sono stato molto lieto nell’apprendere che -in situazione analoga- la Chiesa francese e in particolare il capo della Conferenza episcopale francese, il cardinale di Parigi, ha proposto un gesto rigorosamente penitenziale in ordine a questa blasfemia implicando la struttura fondamentale della Chiesa. Io mi chiedo questo [...]: una Chiesa [...] che non reagisca in termini assolutamente essenziali e pubblici a questo attacco violento alla tradizione cattolica, io mi chiedo: se non interviene su questo punto, su che cosa interviene?

[...] se la Chiesa non reagisce adeguatamente in modo certamente non rancoroso, non livido, assumendo in senso uguale e contrario l’atteggiamento demenziale di questi parauomini di cultura; se non reagisce la Chiesa, allora necessariamente possono intervenire in maniera protagonistica gente o gruppi che nella Chiesa non hanno a cuore soltanto la difesa della Chiesa ma hanno a cuore l’espressione legittima delle loro convinzioni.
Allora poi non si dica che la protesta è dei tradizionalisti; la protesta è dei tradizionalisti perché la Chiesa come tale non prende una posizione, che a me sembrerebbe assolutamente necessaria.
[...] Ma nel caso che nella diocesi di Milano questo spettacolo si verificasse effettivamente, io [...] non potrò quindi non considerare una presa di posizione discreta, misurata, che dica il dissenso di un vescovo di origine ambrosiana nei confronti di quello che accade nell’ambito della società milanese.

Mons. Luigi Negri

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12-01-2012
L'Arc. di Oristano, Mons. Sanna, punzecchiato sull'argomento da Francesco Colafemmina, condanna apertamente e decisamente ogni rappresentazione teatrale che oltraggi l'immagine di Gesù e ferisca la sensibilità dei fedeli.

Speriamo che anche questo esempio sia seguito da molte Eccellenze ed Eminenze, ma attendiamo soprattutto la voce del Papa.

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11-01-2012
Spettabile Redazione Salpan,
colgo l'occasione per ringraziarvi della segnalazione.
Ho seguito con raccapriccio l'odioso spettacolo parigino di quel mostro che reputo peggio di un criminale di guerra.
Per quanto modesto ho inviato il mio contributo (soutien aux militants) agli eroi che si sono opposti ad un simile sfregio.
Da parte mia sarò lieto di sostenere, per quanto possibile, tutte le misure in grado di fermare il previsto crimine in quel di Milano. Nel frattempo preghiamo affinché ciò non avvenga mai.

                                                              Cordialmente, in Gesù, Maria e Giuseppe,
                                                                               Patrice Raimondi (Svizzera)

 

11-01-2012 Spett.le Redazione di Salpan.org
SALVE. Scrivo a nome di un gruppo di ragazzi del Sud Italia e che è disposto a salire a Milano per tentare di bloccare lo spettacolo in modo similare a come è stato fatto in Francia.
                                                                               F. Di Anna

A proposito di quest'ultimo messaggio precisiamo che non c’è in programma un’azione di forza per bloccare lo spettacolo, bensì un’azione di “convincimento”, di pressione presso le autorità e i responsabili, oltre ben inteso alla recita pubblica del S. Rosario.

La Redazione

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09-01-2012
Confermo che stamane , alle ore 8.45, ho depositato presso la Procura della Repubblica di Bergamo denuncia a titolo personale e come Portavoce nazionale dell'associazione
no194 contro Romeo Castellucci , i componenti della sua compagnia e i responsabili del teatro Franco Parenti di Milano (in concorso tra di loro ex art. 110 c.p.) per i reati (ex art. 81 c.p.) di cui agli artt. 403 e 404 c.p. e per altre violazioni, quanto meno sotto forma di tentativo, con richieste di sequestro dirette ad impedire lo svolgimento della rappresentazione.
Denuncia che sarà presentata domani anche presso la Procura di Milano .
Dopo lo svolgimento dell'evento, depositerò altra analoga denuncia, a seguito della consumazione del reato.
                                                                        Buona giornata.
                                                                     Avv. Pietro Guerini

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09-01-2012
Un particolare ringraziamento per il coraggioso atto di sporgere denuncia all’Avvocato Paolo Guerini che cerca , legittimamente, di fermare l’atto di blasfemia provocato dallo spettacolo immondo in questione. Rimango a disposizione, nel mio piccolo, anche per sostenere eventuali spese: l’Avvocato Guerini non deve essere lasciato solo e deve essere sostenuto in toto!
                                                                                        Con ossequi
                                                                                   Andrea Carradori
                                                                            info@associazioneleopardi.it
PS . il mio solito tormentone : la Gerarchia sta facendo qualcosa ?

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09-01-2012
Egregio Professore,
sotto riporto una lettera che ho spedito alla segreteria del teatro Parenti.
Sto scrivendo al sindaco Pisapia e a Card. Scola. Ho diramato l'appello a diversi amici.
Il video del prof. De Mattei è magnifico.
                                                                                   Cordiali saluti
                                                                                Ing. Pasquale Alba

Gent.ma d.sa Moretti,
apprendo con massima costernazione che sulle scene del Teatro Parenti avrà luogo a breve lo "spettacolo" di Romeo Castellucci.
Non trovo facilmente parole adeguate per comunicare la mia indignazione tranne che quelle di San Paolo:
Deus non irridetur. Non ci si fa beffe di Dio.
Credo che certe cose gridano vendetta al cospetto di Dio.
Mi associo a proposito a quanto già opportunamente espresso dal prof. Roberto De Mattei.
La scongiuro di impedire per quanto sia nelle sue possibilità che vada in scena quello "spettacolo" blasfemo.
PregandoLa di risparmiarsi l'incombenza di inoltrarmi le pietose considerazioni del Castellucci,
La ringrazio per l'attenzione e La saluto distintamente.
                                                                                   Pasquale Alba

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08-01-2012
Comunichiamo con piacere che l’Avv. Pietro Guerini, accogliendo il nostro invito, da buon cattolico, domani depositerà un ricorso per blasfemia presso la Procura della Repubblica di Bergamo.
Voglia Dio che molti altri seguano il suo lodevolissimo esempio!

La Redazione

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